Il nome originale: | Goo-reu-meul beo-eo-nan dal-cheo-reom |
Anno: | 2010 |
Paese: | Corea Del Sud |
Genere: | Azione |
Regia: | Joon-ik Lee |
Attori: | Jeong-min Hwang, Seung-won Cha, Ji-hye Han |
Durata: | 111 min. |
Qualita' video: | BDRip |
Traduzione: | Italian |
Visualizzazioni: | 1623 |
Era Joseon, 1592. Stanco di vedere la Corea sottomessa al dominio straniero Lee Mong-hwak guida la Grande Alleanza verso la conquista del trono di Seoul. Sulla sua strada semina morte e distruzione, uccidendo chiunque si opponga alla sua furia cieca. Kyeong-ja, unico sopravvissuto dela sua famiglia, giura di vendicarsi di Mong-hwak. Il difficile rapporto tra Corea e genere wuxia è faccenda antica, su cui è forse inutile tornar su per l'ennesima volta. La svolta, il titolo che sappia condensare lo spirito di un popolo in un racconto epico oppure che sappia stupire con coreografie innovative, regalando al genere la tanto agognata nobiltà, tarda ad arrivare. Ma gli incassi ci sono e tanto basta perché il cinema coreano continui a provarci. Blades of Blood gioca la carta del sincretismo, unendo ingredienti eterogenei e attingendo a piene mani dalla tradizione cinese e giapponese. Il movente delle azioni di Kyeong-ja e il suo difficile percorso di formazione appartengono alla lunga tradizione di film di vendetta, in cui l'unico reduce di famiglie sterminate vive al solo scopo di vendicare la strage che lo ha segnato; la figura dello spadaccino cieco ma infallibile, invece, rimanda alla tradizione di Zatoichi, con tanto di inevitabili inserti umoristici in cui prevale una certa tendenza alla grevità. Dichiaratamente derivativo e spesso incapace di dosare equamente le proprie componenti, Blades of Blood sembra riuscire comunque a reggersi in piedi sino al climax finale, prima di deflagrare sotto il peso delle troppe ambizioni. Lo showdown lungamente atteso viene sprecato in un ralenti inutilmente pomposo, che priva della necessaria dinamicità le gesta di Lee Mong-hwak, e la contrastata storia d'amore si smarrisce prevedibilmente lungo la strada. Quando i giapponesi arrivano a Seoul per farsi strada a suon di cannoni, gli spietati conquistatori (di un popolo) assomigliano a dei liberatori (da un blockbuster malriuscito).